18 marzo 2024

​GIGO

L'acronimo lapalissiano e immortale

​Quando eravamo piccoli e programmavamo coi pantaloni corti su computer ancora più corti, ogni tanto si sentiva dire "garbage in, garbage out", che tradotto dovrebbe suo­na­re un po' come "se ci metti spazzatura, uscirà spazzatura".
Cioè, il computer non migliora le informazioni che ci metti, ma si limita a trasformarle. Quindi se ci metti robaccia, otterrai robaccia.

Poco tempo fa ci siamo imbattuti in questa forbita citazione (dall'MIT journal): "The limiting factor is going to be the data, and making sure that the data is trusted, that the models are trusted, and that you ultimately have a trusted AI strategy.*". Il MIT Journal la attribuisce a Juan Perez, CIO di Salesforce, mentre Copilot, interrogato sulla questione l'ha attribuita a Andrew Ng.
Non che ci importi della paternità della frase, ma non vogliamo offendere nessuno e quindi li mettiamo entrambi.
Noi se fossimo Andrew ne rifiuteremmo la paternità, perché ci pare la roba più ovvia, e perché l'abbiamo sentito dire molto prima che si parlasse di intelligenza artificiale.
Ma forse qui potremmo essere in errore.
Non perché il GIGO non sia vero, ma perché purtroppo con l'enfasi che è stata data re­cen­te­men­te all'intelligenza artificiale, si è implicato o fatto capire, o chiaramente detto, mentendo, che no, GIGO non vale più, ora vale GIGO ma con un nuovo significato: "garbage in, gold out".

Solo che non è vero, e molti rimangono delusi dalla incapacità dell'intelligenza artificiale di cavare cose intelligenti da buchi dove nemmeno ci stanno i ragni…

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*Il fattore limitante sarà il dato, e assicurarsi che il dato sia affidabile, che i modelli siano affidabili, e che alla fine si abbia una strategia di intelligenza artificiale affidabile.
Traduzione gentilmente concessa da OpenAI

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