Probabilmente tutti sono al corrente delle vicissitudini di Twitter e di Elon Musk.
O delle vicissitudini di Musk con Twitter.
Noi stiamo dalla parte di Twitter e delle persone che ci lavoravano. Il miliardario che se lo compra in nome di una libertà di twittare che in realtà è una libertà di mentire certamente non ci piace.
Non ci piace l'influenza incontrollata che hanno quelli con troppi follower. Non ci piace la facilità con cui si possono diffondere bugie, non ci piace il fatto che qualcuno con troppi soldi lo compri.
E poi non ci piace la totale mancanza di rispetto che il neo-padrone ha mostrato per quelli che ci lavoravano, l' apparente mancanza di empatia, la, forse giustificata, presunzione di saperla più lunga.
Ma tutto sommato di Elon e delle sue smanie di potere forse non ci importa, e non è di questo che vorremmo parlare.
Agli inizi di Novembre il MIT Technology Review ha pubblicato un articolo dal titolo "Twitter's potential collapse could wipe out vast records of recent human history", in italiano circa "Il fallimento di Twitter potrebbe cancellare una grande quantità di informazioni sulla storia recente dell'umanità"
L'originale si trova
qui.
In effetti Elon ha cercato di uscire dall'accordo di acquisizione (inventandosi una scusa) probabilmente perché si è reso conto di aver fatto una cavolata. Ma ormai era tardi ed è stato costretto a mantenere la parola data. Evidentemente il più grosso problema per Elon è il prezzo troppo alto, soprattutto se si considera che nel secondo trimestre del 2022 Twitter ha perso 270 milioni…
Solo che la soluzione di Elon, licenziare metà della forza lavoro e maltrattare l'altra metà, potrebbe non risolvere, ma anzi peggiorare la situazione. E quindi diventa plausibile l'ipotesi di un Twitter in bancarotta.
L'articolo del MIT Tech review dice in estrema sintesi che "se fallisce Twitter e ci perdiamo tutti i tweet sarebbe un disastro! Ci perderemmo un' importante fetta della storia dell'umanità! Persino la Library of Congress voleva archiviare e catalogare i tweet ma non ci è riuscita visto l'enorme volume di dati!"
Qui ci sono due cose che ci disturbano.
La prima è la nozione secondo cui i tweet sarebbero un' importante fetta della storia dell'umanità. Se effettivamente l'umanità è ridotta al punto da essere rappresentabile con una manciata (ok, gigantesca) di tweet, allora non siamo tanto sicuri di voler continuare a esserne parte. Noi ci illudiamo che i tweet siano una collezione di roba di scarso valore, che verrebbe dimenticata istantaneamente, e di cui nessuno sentirebbe la mancanza. E più o meno lo stesso vale per gli altri social, perché frequentati da troppe persone che o sono scarsamente istruite, oppure sono scarsamente oneste.
La seconda è che se fosse vero che Twitter è una specie di biblioteca di Alessandria dell'era moderna, allora dovremmo vedere con allarme l'ipotesi che finisca in mano ad un singolo, miliardario, sostenitore della libertà di mentire. Vogliamo davvero lasciare ai posteri certi tweet sui vaccini, quelli sulle macchinazioni alle elezioni in America, quelli che negano le stragi nelle scuole? Noi pensiamo che se davvero è così importante, allora dobbiamo toglierlo dalle mani di Elon, o sperare che sparisca al più presto.
A questo punto ci rimane una sola possibilità: che Elon Musk sia un alieno, venuto sulla terra per liberarci di Twitter e salvarci da noi stessi. E il nome che ha scelto per l'ultimo figlio potrebbe esserne la prova.