Ragazzi apparentemente normali che improvvisamente impazziscono e uccidono tutta la famiglia.
Ragazzini che portano fucili d'assalto a scuola e li usano per uccidere compagni e professori.
Giovani che non sanno gestire i rapporti con i coetanei e preferiscono stare attaccati al telefono o alla console (a sparare a nemici virtuali)
Giovani o meno giovani truffati da finti amanti on-line che li convincono a trasferire loro somme più o meno importanti per aiutarli a superare immaginarie malattie, oppure per non vedere pubblicate su internet immagini compromettenti.
Gruppi di giovanissimi che usano TikTok per organizzare la "sexroulette", orgia senza protezione tra sconosciuti: "o la va o la spacca"
Eccetera eccetera.
Queste cose non succedevano, ma ora succedono, sempre più spesso.
A noi sembra qualcosa di simile al riscaldamento globale, una roba che non si vede se la si guarda troppo da vicino e per poco tempo, ma che dovrebbe far paura, perché porterà alla distruzione della civiltà, almeno come la conosciamo noi.
Pensiamo che una parte della responsabilità di questa evoluzione degenerativa sia da attribuire al digitale: alla realtà virtuale, ai videogame, ai social network. Insomma, a quegli strumenti che sostituiscono la relazione personale con una povera, triste relazione digitale e rendono tutto finto, dove se va male riparti dall'ultimo checkpoint.
E in effetti forse non siamo gli unici, perché recentemente ha cominciato a girare la proposta di vietare i telefonini ai minori di 16 anni.
Vista la premessa, chi legge penserà che quindi siamo favorevoli. Invece no, a noi pare una bestiata.
Perché sappiamo tutti che più lo vieti, più lo cercheranno.
Proprio come gli alcolici, che sono tanto cercati più dai giovani in quei paesi dove è loro vietato, mentre qui da noi tutto sommato i giovani ne combinano di tutti i colori, ma almeno non fanno carte false per mettere le mani su bottiglie di vino.
Ma vediamo un altro errore nel ragionamento: vietare i telefoni ai giovani perché il telefonino fa male, sarebbe come vietare le bottiglie perché la birra fa male. Il problema non è il telefonino, la colpa non è di Samsung (per esempio). Il problema è nel contenuto, la colpa è di Zuckerberg (per esempio, ma nemmeno tanto).
Quello che dobbiamo vietare, o limitare sono cose come i social network che consentono di creare falsi profili, o che non si accertano dell'età dell'individuo o della sua esistenza reale. Oppure quelle applicazioni (Telegram?) che favoriscono e proteggono l'anonimato.
E poi, perché un social che pubblica un contenuto (o consente ad un utente di farlo) non dovrebbe essere responsabile delle conseguenze che quella pubblicazione ha avuto? Perché in USA un genitore è sotto processo per aver regalato al bambino un fucile d'assalto (e di conseguenza aver causato 4 morti) mentre uno strumento software che potrebbe avere usi altrettanto pericolosi pùò essere messo a disposizione di chiunque, senza che chi lo fa si assuma alcuna responsabilità di controllo?
Attribuire le responsabilità dove realmente stanno, e poi perseguire seriamente i responsabili dei reati digitali sono azioni assolutamente necessarie se vogliamo evitare un lento declino.